Addestramento del cane

Una volta decisa la taglia e la razza del cane che vogliamo acquistare, avendone la possibilità, ci recheremo dal proprietario della cucciolata con un tartufo in tasca, avvicinandoci fino a far loro sentire il profumo, scegliendo poi il cucciolo che per primo si avvicina, essendo il più interessato. Se il proprietario della cucciolata è un nostro conoscente, buona norma sarebbe di chiedergli se ci permette, ancora durante il periodo dell’allattamento, di spalmare sul seno della madre un impasto con tartufo macinato, burro e formaggio, in modo tale che i cuccioli, sin dalla prima infanzia, si abituino al profumo del tartufo e lo assimilino col pasto.

Questa operazione più volte sarà eseguita, tanto più risulterà efficace. In ogni caso, teniamo presente che un buon cane lo fa un buon insegnamento e che i risultati dipendono dal tempo e dalla pazienza che, con una gran dose di meticolosità, gli dedicheremo. Finito lo svezzamento, già nei primi due tre mesi di vita del cucciolo, è importante  iniziare a farlo familiarizzare con il profumo del tartufo.

Così, si procederà a mescolare tartufo macinato con cibi neutri e dai sapori che non prevalgano su quello del tartufo. Successivamente, si procederà, aggiungendo pezzetti di tartufo al cibo, poi dandoglieli soli. Quando il cucciolo mangia i pezzetti di tartufo, inizieremo a nasconderli, dapprima, in luoghi facili da scovare, poi in luoghi sempre più difficili. Questa operazione dovrà essere eseguita tutti i giorni, preferibilmente prima dei pasti, quando il cane, sotto lo stimolo della fame, cercherà il tartufo per sfamarsi. Nel contempo, si inizierà gradatamente a far giocare il cane con un tartufo avvolto nella stoffa formando  una palla, lanciandoglielo e stimolandolo a riportarlo.

Ogni volta che lo riporta, deve essere premiato con un pezzetto di formaggio o con qualsiasi altro alimento a lui gradito, come biscotti o pezzettini di carne,  ciò serve ad abituare il cane al riporto e, nel contempo, ad insegnargli bene a conoscere il profumo del tartufo. Inizialmente, si lancerà la palla nelle vicinanze, poi in posti sempre più distanti, passando a nasconderla, prima nell’erba, poi sotto terra, insistendo finché la trova. Egli deve capire che, quando riporta la palla di stoffa, riceve un premio. Quando notiamo che i tartufi nascosti nella palla di stoffa sono rintracciati senza difficoltà, si passerà a nascondere sotto terra il tartufo vero e proprio: prima, verrà nascosto appena sotto la superficie, poi, si procederà ad interrarlo sempre più in profondità.

Questa operazione deve essere eseguita la sera o il giorno prima, avendo cura di non toccare il tartufo con le mani, ma usando dei guanti, in quanto il cane avendo già ben memorizzato il nostro odore, è facile che, invece di cercare il profumo del tartufo, segua l’odore del  tartufaio. Inizialmente, avrà qualche difficoltà a scovare il tartufo, ma bisogna insistere fino a quando lo trova, stimolandolo con la parola “cerca”. Quando il cane avrà trovato il tartufo, bisogna sempre dargli un premio a lui gradito, accompagnato da tanti complimenti. Ben presto imparerà che, quando trova un tartufo, riceve un compenso più ambito. Il punto dove si nasconde il tartufo va spesso cambiato, per non abituare il cane a cercare sempre nello stesso posto.

Meglio sarebbe rimuovere il terreno in più punti, perché, spesso, il cane si accorge dove il terreno è stato smosso e scava a vista senza avvertire alcun profumo. Durante le fasi di insegnamento, è meglio che il cane sia rinchiuso in un recinto e che sia sempre la stessa persona a seguirlo, impara così che esce solo quando si va in campo per la ricerca.
Un altro metodo consiste nell’uscire in campo in compagnia di un cane già esperto. In questo caso è molto più facile fargli imparare le operazioni descritte precedentemente, in quanto, per emulazione, egli cercherà di ripetere le azioni eseguite dal cane più anziano, facendo molta attenzione, però, che non impari anche i difetti del cane guida. Un altro particolare importante è di non cedere mai cani, anche se vecchi, ad altri tartufai del luogo, o quantomeno a persone che cercano i tartufi negli stessi posti a noi conosciuti. Questo per evitare che il cane stesso porti il nuovo compagno nelle zone a lui già note, ovvero nelle stesse stazioni di chi lo ha ceduto.