Il tartufaio

L’art. 5 della legge N° 752 del 16 dicembre 1985 dice testualmente: “Per praticare la raccolta del tartufo il raccoglitore deve sottoporsi ad un esame per l’accertamento della sua idoneità”. In provincia di Brescia, all’esame di idoneità si è ammessi dopo aver frequentato un breve corso, in cui vengono impartite le nozioni necessarie allo svolgimento di tale attività. Una volta superato l’esame viene rilasciato un tesserino che abilita alla raccolta su tutto il territorio nazionale.

La ricerca deve essere fatta, come prescrive la legge, nei terreni e nei campi incolti, evitando pertanto di entrare e calpestare i suoli coltivati e, soprattutto, rispettando i beni altrui. Bisogna evitare di tagliare i rami delle piante e di compiere qualsiasi operazione atta a danneggiare i proprietari o i conduttori dei terreni, tenendo sempre ben presente che siamo in una proprietà privata. Una volta in possesso del tesserino di abilitazione, possiamo procurarci un cane addestrato, o preferibilmente addestrarlo noi stessi, e cominciare a perlustrare i terreni nei quali si presume possano svilupparsi i tartufi.

La ricerca deve essere eseguita nei periodi di raccolta stabiliti  dai calendari Regionali e  limitata  alle 9 specie di tartufo di cui è permessa la raccolta ed il commercio, riservando le rimanenti  alla raccolta solo ed esclusivamente agli  scopi didattico – scientifici.

Per ulteriori approfondimenti, si rimanda alle schede illustrative delle varie specie, nelle quali sono state fornite informazioni utili circa  la loro ecologia. Sarà interesse del tartufaio annotare diligentemente su una agenda, le zone dove le produzioni sono anticipate, le piante più produttive, i periodi di maturazione, nonché tutte quelle notizie che riterrà utili ed importanti, al fine  di accumulare un bagaglio di esperienze che, di certo, mai nessuno gli fornirà, e da tenere poi  gelosamente custodite.

Il tartufaio dovrà, inoltre, imparare a destreggiarsi tra i boschi, spostandosi da una zona all’altra, lasciando nel terreno il minor numero di tracce possibili che rivelino il suo passaggio, evitando di percorrere insistentemente la stessa strada o lo stesso sentiero.