Uscita in campo

Dopo alcuni mesi, in base all’intelligenza, il cane  avrà imparato bene a scovare i tartufi nascosti. Si procede quindi alla ricerca in campo vera e propria, recandoci in un luogo a noi noto, dove la presenza dei tartufi è certa. Non essendo abituato alle uscite e trovandosi in ambienti sconosciuti, con profumi ed odori eterogenei, non usuali, per il nostro cane la ricerca sarà inizialmente molto difficoltosa e dispersiva, ma, stimolato dalla nostra insistenza, comincerà a cercare, e noi dovremo insistere fino al ritrovamento. Successivamente, ci sposteremo in altre zone, con altri profumi, ripetendo le stesse operazioni.

Così, piano piano, si abituerà a tutti questi cambiamenti ed imparerà a seguire solo le tracce del profumo a lui noto, che è sempre uguale: quello del tartufo. Con il tempo ci accorgeremo che ogni uscita sarà un miglioramento e che, questo, continuerà a progredire negli anni successivi. Nel caso commetta qualche errore, bisogna richiamarlo severamente, con voce decisa, senza mai urlare, tantomeno picchiarlo, perché, come dicevamo precedentemente, a formare un buon cane ci vogliono anni, mentre a rovinarlo bastano pochi minuti.

Alcuni tartufai, nella ricerca, preferiscono i maschi alle femmine. Pur non essendoci molta differenza tra i due sessi nella cerca, bisogna tenere conto delle caratteristiche individuali e del comportamento dei cani di sesso maschile, rispetto a quelli di sesso femminile. I maschi, infatti, quando si recano nelle aree tartufigene, prima di iniziare la ricerca, provvedono a marcare con l’urina i vari punti del territorio.