Tuber aestivum Vitt. forma uncinatum Chatin

Chiamato anche tartufo uncinato, scorzone invernale

Questo tartufo è stato particolarmente studiato in Francia (Chevalier, 1979). La sua presenza in Italia è stata segnalata ovunque, mentre, in provincia di Brescia si raccoglie abbondante in Valle Sabbia, Alto Garda, Valle Camonica e Valle Trompia. Il Tuber uncinatum cresce ad altitudini superiori a quelle del Tuber aestivum, generalmente dai 6-700 metri  fino ai 1450 (V. Vezzola, 1995; Gardin, Baglioni e altri, 1997).

Come lo scorzone, esso si sviluppa in suoli ed ambienti molto diversi ed a qualsiasi esposizione al sole.  Preferisce terreni ombreggiati, dove fruttifica, la crescita della vegetazione erbacea è limitata, a volte assente. Il suo periodo di maturazione varia in base all’altitudine, comincia a fine estate–inizio autunno, nelle stazioni poste più in basso, sui 6-700 metri, per terminare in inverno inoltrato, in quelle poste ad altitudini superiori. Le piante simbionti sotto cui è stato raccolto più frequentemente sono: il nocciolo, il carpino nero, il faggio, il cerro e la roverella.  In base al Regolamento Regionale, la raccolta è permessa dal 1° ottobre al 31 dicembre.

Carpofori – a forma rotondeggiante, tubercolata, possono raggiungere dimensioni che vanno da una nocciola ad una grossa arancia, a volte anche superiori.
Peridio – è di colore nero corvino, più scuro rispetto a quello del Tuber aestivum, mentre le verruche sono di dimensioni generalmente inferiori, da 2-4 fino a 5-6 millimetri.
Gleba – è di colore nocciola, quasi bruno a completa maturazione, le venature miceliari sono grosse e distanziate tra loro.
Profumo – caratteristico tipico della specie, più intenso di quello del Tuber aestivum, mai fungino.