Tuber borchii Vitt.

Chiamato volgarmente tartufo bianchetto, marzuolo

Il Tuber borchii Vittad., nel territorio bresciano, è un tartufo considerato di poco interesse e scarso valore commerciale. Nel nostro territorio non esiste una cultura vera e propria nella ricerca di questo tartufo; pertanto, viene trascurato, sia dai cani, che non sono allenati al suo profumo, che dai tartufai, che lo raccolgono solo occasionalmente. Cresce, preferibilmente, in terreni umidi e sabbiosi, sciolti, ma si può trovare anche in terreni argillosi, tipici del Tuber magnatum, con cui condivide gli areali e, frequentemente, anche la pianta simbionte.

È stato rintracciato in Valtenesi, nel Parco Alto Garda Bresciano, in Valle Sabbia, in Valle Camonica ed anche in altre località della Bassa Bresciana e del Basso lago. Pertanto, possiamo dire che, sporadicamente, è presente in tutta la Provincia di Brescia. Le piante simbionti sotto cui è stato raccolto sono: carpino nero, roverella, farnia, pioppo bianco e pino (Pinus pinaster), in terreni calcarei, a qualsiasi esposizione al sole. Le prime raccolte si fanno nei mesi di gennaio-febbraio, ma, in altre località, è già presente da dicembre, fino ad aprile inoltrato. Le altitudini dove è stato raccolto vanno dai 90 ai 550 metri sul livello del mare. In base al Regolamento Regionale, la raccolta inizia il 15 gennaio e termina il 30 aprile.

Carpofori – sono di forma generalmente lobata, spesso irregolare, tuberiforme, mentre la grossezza varia, da quella di un pisello ad una piccola arancia, raramente superiore.
Peridio – è inizialmente di colore biancastro, con la maturazione assume un colore ocraceo, spesso maculato, con striature bruno- rossastre.
Gleba – inizialmente è bianca, e assume un colore ocraceo, tendente al bruno, con la maturazione. Essa è attraversata da venature bianche ben definite.
Profumo – tipico, leggermente agliaceo.