Tuber magnatum Pico

Chiamato anche tartufo bianco pregiato di Alba e di Acqualagna

Il Tuber magnatum Pico, o tartufo bianco pregiato di Alba e di Acqualagna, cresce quasi esclusivamente in Italia. Esso, infatti, si raccoglie in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Abruzzo, Lazio, Campania, Molise. Produzioni limitate tuttavia sono state segnalate recentemente anche in Serbia, Albania, Macedonia e Croazia. Nel territorio bresciano la presenza del Tuber magnatum è stata più volte dichiarata ancora nello scorso secolo. Si tratta di alcune stazioni spontanee, dove la consistenza delle produzioni è alquanto limitata, mentre, dal punto di vista scientifico, questi ritrovamenti sono importantissimi.

Infatti, partendo dai corpi fruttiferi raccolti in queste stazioni, per la prima volta, siamo riusciti nel 1996 a documentare la germinazione delle spore di questo tartufo pregiatissimo e ad ottenere le prime piante micorrizate che, sottoposte ad esami biomolecolari del DNA, da parte della dott.ssa Antonietta Mello, presso il C.S.M.T. del C.N.R. di Torino, hanno dato esito positivo. Le essenze arboree con cui preferisce associarsi sono: roverella (Quercus pubescens), carpino nero (Ostrya carpinifolia), pioppo bianco (Populus alba), farnia (Quercus robur), tiglio (Tilia platyphyllos), carpino bianco (Carpinus betulus).

Il suo areale di crescita è molto limitato. Il tartufo bianco, infatti, cresce prevalentemente in terreni limoso-argillosi o sabbioso-limosi, profondi, freschi, ricchi di carbonati, dove la presenza del calcare attivo è abbondante. Nelle zone dove si raccolgono i tartufi, il terreno rimane fresco ed umido per quasi tutti i periodi dell’anno, ma senza ristagni di acqua. In base al calendario di raccolta della Regione Lombardia, la ricerca del tartufo bianco pregiato è permessa dal 15 settembre al 31 dicembre.

Carpofori – sono di forma molto variabile, rotondeggianti, globosi spesso anche bitorzoluti, le dimensioni vanno da quelle di una noce a quelle di una grossa arancia, eccezionalmente anche superiori, e possono raggiungere anche il peso di un chilogrammo.
Peridio – è liscio, il colore va dal giallo biancastro al verdino.
Gleba – il colore della gleba va dal biancastro al marroncino, spesso anche con striature rosate. Queste variazioni di colore della gleba sono relative al grado di maturazione ed alla pianta simbionte con cui si associa. Spesso, se raccolto in simbiosi con il tiglio, nella gleba sono presenti sfumature rossastre. La polpa è solcata da numerose venature miceliari di colore biancastro che le conferiscono un carattere marmorizzato.
Profumo – a maturazione emana un aroma gradevole, intenso, armonioso, a volte leggermente agliaceo.