Tuber mesentericum Vitt.

Chiamato volgarmente tartufo nero ordinario

Il Tuber mesentericum  è presente in molte località del territorio bresciano. Questa specie è stata raccolta da 95 a 1450 metri s.l.m. In base alle ricerche effettuate nel Parco Alto Garda Bresciano, e confermate successivamente con quelle svolte nella Comunità Montana Valle Sabbia e in Valtenesi, l’esposizione al sole varia, con il variare dell’altitudine.

Esso, infatti, è stato raccolto in zone ombreggiate, prevalentemente esposte a nord, nord-est, fino ad un’altitudine di 600-700 metri, mentre alle altitudini superiori, preferisce esposizioni più soleggiate, spostandosi gradatamente verso sud, fino ad arrivare a pieno sud nelle stazioni poste alle massime altitudini. Il periodo di maturazione inizia già alla fine di agosto e prosegue costantemente fino a dicembre e gennaio inoltrato.

Il Tuber mesentericum instaura simbiosi micorrizica con molte essenze arboree, tra cui, principalmente, si possono annoverare il nocciolo, il carpino nero, il faggio e più raramente la roverella. In Valle Sabbia è stato fatto un impianto con piante micorrizate anche da questa specie, e, dopo quattro anni, ha iniziato la produzione, raggiungendo, al sesto-settimo anno, una raccolta di grammi 500 per pianta. La micorrizazione, tuttavia, si ottiene con difficoltà, a causa della scarsa germinazione delle sue spore.

In base al regolamento regionale la raccolta è permessa dal 1° settembre al 31 gennaio.

Carpofori – sono generalmente di piccole dimensioni, raramente più grossi di una piccola arancia, di forma globosa, con una evidente depressione o cavità che penetra profondamente nel corpo fruttifero.
Peridio – è verrucoso, di colore nero-fuliginoso, con papille minutamente verrucose, 2-4,5 millimetri, anche se non mancano esemplari con verruche molto più grosse, uguali a quelle del Tuber aestivum.
Gleba – inizialmente è grigiastra, che diventa avellana, indi marrone, a completa maturazione.
Profumo – è variabile, in alcuni esemplari è gradevole, in altri è decisamente forte, pungente, che richiama quello dell’acido fenico.

Tuttavia, questo odore particolare, presente in diversi esemplari, è molto volatile e si perde velocemente lasciandolo macinato all’aria per qualche tempo, prima della preparazione dei cibi.